Catania, 08/02/2017 – Il Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulla sigaretta elettronica promosso dalla Lega Italiana Anti Fumo, con le parole del dott. Kostantinos Farsalinos (il cardiologo greco dell’Università di Patras) commenta lo studio dell’Università della California pubblicato alcuni giorni fa, secondo il quale lo svapo aumenterebbe il rischio di malattie cardiache.
“Lo studio ha comparato semplicemente i noti effetti dell’attività simpatica (n.d.r. sistema nervoso simpatico) tra svapatori e non fumatori – ha spiegato Farsalinos – ma, soprattutto, è carente del dato di confronto con i fumatori che, se presente, avrebbe invece permesso di trarre conclusioni più certe sugli effetti dello svapo comparato al fumo“.
“La normale risposta degli svapatori alle attività di respirazione controllata – aggiunge lo scienziato greco – indica che qualsiasi effetto delle sigarette elettroniche sulla variabilità del battito cardiaco è più basso rispetto agli effetti del fumo. Solitamente i fumatori hanno una risposta anormale a questo test”.
Di recente, uno studio pubblicato nella rivista medico-scientifica “Internal and Emergency Medicine“, condotto dallo stesso dott. Farsalinos in collaborazione con il prof. Riccardo Polosa dell’Università degli Studi di Catania, ha dimostrato che smettere di fumare con le e-cigs può addirittura normalizzare una pressione arteriosa elevata. Peraltro, proprio lo scienziato catanese ha dimostrato che i rituali e le abitudini comportamentali connessi allo svapo possono aiutare i fumatori con ipertensione ad alleviare l’ansia ed il desiderio (di solito associati con l’astinenza da fumo) e ad arrivare ad una inevitabile stabilizzazione della pressione sanguigna.
“Infine – continua Farsalinos riferendosi di nuovo allo studio californiano – nello studio non ho riscontrato alcun incremento dello stress ossidativo. E’ noto che i fumatori hanno un livello di stress ossidativo elevato (per via della combustione delle bionde), anche per questo parametro la mancanza di un gruppo di confronto (un gruppo cioè di fumatori) non ci permette di interpretare in modo oggettivo gli effetti riportati nel lavoro oggetto della discussione. Questi studi dovrebbero includere sia gruppi di controllo di fumatori sia di svapatori a zero nicotina. Solo così è possibile esplorare in modo completo l’effetto comparativo del fumo e dello svapo“.