La lettera di Giacomo Moselli, uno svapatore che non comprende l’atteggiamento delle istituzioni e che ricorda a LIAF la motivazione più importante che lo ha fatto diventare svapatore.
Caro prof. Polosa,
con la presente sono qui per metterla a conoscenza della mia storia e per condividere con Lei una riflessione sull’argomento sigaretta elettronica, sperando che possa in questo riscontrare il suo interesse scientifico e personale. Per chi non è direttamente interessato ad una tematica specifica, il messaggio recepito è molto semplice: o una cosa fa male, oppure non fa male. Difficile che i distinguo vengano compresi se non c’è una specifica volontà di approfondire. Questo è ancor più vero per i bambini: il messaggio che recepiscono è binario: “buono” oppure “non buono”. Avevo già sentito parlare della sigaretta elettronica ma quanto avevo letto in merito non mi aveva mai fatto venire voglia di provarla. L’impressione era che fosse un blando sostituto ma con nessuna somiglianza alla sigaretta reale. Al suo 12° compleanno, chiedo a mia figlia che regalo desidera: “Papà, voglio che tu smetta di fumare“. Notare il “voglio”, non “vorrei”. Ma poi prosegue: “il Papà di una mia amica usa la sigaretta elettronica che non fa male, perché non la provi anche tu?”. Dopo pochi giorni sono entrato in un negozio ed ho provato la sigaretta elettronica. Ho immediatamente scoperto che quanto sapevo erano solo preconcetti e che la realtà era ben diversa. Capii subito che potevo sostituire il fumo con questo nuovo prodotto. A due anni di distanza posso dire che è stata una delle avventure più belle che mi siano capitate e benedico mia figlia per il suggerimento. Ma cosa sarebbe successo se, invece che due anni fa, tutto questo fosse avvenuto due mesi fa? Il messaggio che le scuole (ma prima di loro: il Ministero dell’Istruzione) passano ai nostri figli è: “La sigaretta elettronica fa male tanto quanto la sigaretta tradizionale”. Ovvio non è quanto affermano testualmente, ma è quanto i giovani recepiscono da quando la sigaretta elettronica è stata messa al bando pure dai cortili delle scuole. Al pari delle sigarette tradizionali. Non so se avrei potuto passare alla sigaretta elettronica qualora la richiesta di mia figlia fosse arrivata due mesi fa invece che due anni fa, so che il pensiero di quanti non avranno questo stimolo per cambiare, mi fa inorridire e preoccupare. Nelle nostre istituzioni e nei nostri governanti manca la capacità di valutare a fondo le conseguenze delle loro azioni, sembra si muovano più seguendo la “moda” o le ondate scandalistiche così ben riportate dai nostri organi d’informazione. E questo non è d’aiuto per i fumatori. Sperando in Suo presto riscontro Saluti Giacomo Moselli